lunedì 22 giugno 2009

Il teatro simbolista di Paul Fort.

Nel precedente articolo del percorso che riguarda la regia teatrale, abbiamo affrontato le importanti innovazioni teatrali di Richard Wagner e abbiamo sottolineato come le sue idee abbiano influenzato molto la nascita di un teatro di tipo simbolista in contrapposizione con quello di tipo naturalista. L'articolo su Wagner è stato l'introduzione di un argomento molto interessante e poco conosciuto che riguarda le prime esperienze di teatro simbolista di personalità come Paul Fort e Aurelién Lugné-Poe.

Paul Fort e il Théâtre d'Art.

Il teatro di regia simbolista muove i suoi primi passi in Francia intorno al 1890, quando Paul Fort dà vita alle sue prime esperienze teatrali. Dopo una breve attività con il Théâtre Mixte (fondato nel 1890 insieme a Louis Germain) Paul Fort fonda, nel 1891, il Théâtre d'Art. Anche questa esperienza avrà vita breve, circa un anno, e godrà solo all'inizio di un certo successo. I motivi del fallimento vanno ricercati soprattutto in ambito organizzativo, Paul Fort era molto giovane e inesperto e si avvaleva di attori dilettanti di scarsa qualità.

Nonostante tutto si trattò di un momento determinante per la nascita della regia teatrale perché Paul Fort mise in atto importanti innovazioni stilistiche e di repertorio.

L'avvio della fase simbolista del Théâtre d'Art coincide infatti con la messa in scena della Fanciulla dalle mani mozze (19 e 20 marzo 1891) di Pierre Quillard e di due lavori di Maurice Maeterlinck, l'Intrusa (20 e 21 maggio 1891) e i Ciechi (11 dicembre 1891).

Dal punto di vista stilistico la scena subiva un processo di smaterializzazione attraverso, ad esempio, l'uso di un velario di garza posto tra la scena e il pubblico nella messinscena della Fanciulla dalle mani mozze. L'idea di fondo, ripresa da Wagner, è che il teatro debba utilizzare criteri analogici per rievocare significati simbolici e spirituali. Il teatro naturalista non può evidentemente soddisfare questa funzione.

Innovazioni importanti riguardarono anche la scenografia, opera del pittore Nabis Paul Sérusier, che creò un fondale dorato, decorato con angeli stilizzati e incorniciato da tendaggi rossi. Il rifiuto del naturalismo è evidente.

Ance la recitazione è antinaturalistica: nelle due messinscena maeterlinckiane la recitazione di Lugné-Poe prediligeva uno stile ieratico, fatto di gesti e pose minimali, con una dizione cantilenante.

Le messinscena dell'Intrusa e dei Ciechi non furono grandi successi.

La rappresentazione dell'Intrusa fu rovinata dalla sciatteria e approssimazione con cui furono presentati gli altri drammi in cartellone, quella dei Ciechi fu compromessa dal fallimento di un esperimento sinestetico che prevedeva la partecipazione dell'olfatto degli spettatori. Per dare corpo alla concezione wagneriana di "opera d'arte unitaria" Paul Fort aveva pensato di colpire il pubblico con effetti che coinvolgessero tutti e cinque i sensi. Peccato però che l'uso di profumi e diffusori di scarso valore provocò delle reazioni allergiche che non fecero molto piacere.

Il Théâtre d'Art cadde presto in declino a causa dei problemi economici, realizzativi e tecnici che l'inesperienza di Paul Fort non sapeva gestire. Chiuse i battenti nella primavera del 1892, ma ormai la porta era stata sfondata e le sperimentazioni continuarono grazie ad un attore degli allestimenti di Paul Fort, Aurelien Lugné-Poe.

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