martedì 17 marzo 2009

"Il minestrone"di Sergio Citti.

Il minestrone è un film grottesco e surreale del 1981, diretto da Sergio Citti, interpretato da Franco Citti, Ninetto Davoli, Roberto Benigni e Giorgio Gaber. Della durata di 160’ e trasmesso in TV diviso in tre episodi, uscì nelle sale ridotto a 104’. La versione che ho visto è quella da 160’.

Con questo film Sergio Citti firma la sua quinta regia dopo Ostia (1971),  Storie Scellerate (1973), Casotto e Due pezzi di pane (1979) e dopo aver fatto esperienza come aiuto regista di Mauro Bolognini (La notte brava, Una giornata balorda), Franco Rossi (Morte di un amico) e cosa ben più importante dopo il lavoro con Pasolini sia come consulente dei dialoghi nei romanzi di borgata (Ragazzi di vita, Una vita violenta) sia come aiuto regista in tutti i suoi film.

Un apprendistato molto particolare e determinante che poi ha dato vita ad esperienze cinematografiche di notevole originalità e sensibilità estetica.

Il minestrone è un film che riprende il tema antico della fame, la fame atavica tipica di maschere della Commedia dell’Arte come Arlecchino e Pulcinella. La fame ontologica, che fa parte del proprio stesso essere e che da sola riesce a spingere e tenere su tutta la narrazione. Il Minestrone è infatti strutturato come un percorso, un viaggio alla ricerca del soddisfacimento di questo bisogno che mai viene placato se non temporaneamente o in modo immaginario. Con questi ultimi due termini mi riferisco a due scene in particolare: il film inizia con Carlo Citti e Ninetto Davoli che come cani cercano cibo nella spazzatura. In prigione incontrano Roberto Benigni, maestro nell’arte di mangiare nei migliori ristoranti e poi “fare il vento”. Una volta fuori si uniscono e vanno ad ingozzarsi in una trattoria ma nell’euforia della fuga cadono in una grossa pozzanghera e vomitano tutto. La seconda scena è quella più famosa del film di Sergio Citti, in cui dopo un lungo vagabondare per le campagne toscane e dopo che la compagnia si è notevolmente allargata, tutti giungono in una spiaggia e in un rudere di un ristorante mettono in scena un finto e lauto pranzo, mimando ogni sorta di leccornia.

Il minestrone è un film che si potrebbe inserire tra il grottesco e il surreale. I comportamenti assurdi e senza spiegazione dei personaggi denotano una realtà altra, un secondo ordine delle cose, un mondo rituale in cui risuonano atmosfere quasi archetipe fatte di paesaggi lunari e desertici. Sembra che nessuno abbia altra ragione di esistere se non quella di procurarsi del cibo, dimenticando i luoghi di appartenenza e gli affetti. Citti, Davoli e Benigni giungono in toscana per sbaglio e niente fa pensare ad un loro bisogno di tornare a Roma dove trovare cibo sarebbe anche più facile. Continuano invece il loro vagabondare nelle campagne toscane che in realtà assumono tutte le caratteristiche di un deserto. I personaggi portano in giro il loro corpo senza avere una meta precisa in quanto l’unica forza che lì spinge è la fame.

Un messaggio che si potrebbe trarre da Il minestrone di Sergio Citti è che la fame scardina ogni ordine sociale e mette in discussione le principali norme di civiltà: per seguire i bisogni dello stomaco un padre è deciso ad abbandonare moglie e figlia e un gruppo di vagabondi non si fanno alcun problema a seguire un Giorgio Gaber spettinato, in vestaglia e flebo, evidentemente matto da legare, che li conduce verso un luogo ignoto da dove gli altri fuggono.

Vai alla scheda del film.

Puoi leggere anche:

Ninetto Davoli e Carlo Citti guardano il cielo per la prima volta. Dal film "Il Minestrone" di Sergio Citti.

Ti è piaciuto l’articolo? Clicca su OK!

Puoi votare altri articoli anche in questa pagina.

Condividi questo articolo su facebook Condividi su Facebook

Articoli correlati per categorie




Se ti è piaciuto l'articolo,iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! Per maggiori informazioni sui feed, clicca qui!

Nessun commento:

Posta un commento

è accettato ogni tipo di commento, soprattutto se in disaccordo con il contenuto del post. I commenti che contengono offese personali (a chiunque siano dirette) verranno cancellati.