giovedì 12 febbraio 2009

Voyager: Shakespeare era italiano! Le fonti della vita di William Shakespeare.

Shakespeare era Italiano? Questa l’incredibile domanda a cui il programma “Voyager” ha tentato di rispondere la scorsa sera. Come è abituato a fare, Giacobbo ha rispolverato una vecchia contesa ormai risolta da anni. E’ andato a scomodare il povero William Shakespeare sostenendo la tesi che in realtà si trattasse di un certo Michelagnolo Florio, di Messina. La storia della vita di Shakespeare si è formata attraverso un dibattito durato tre secoli. Immaginate quante leggende sono potute nascere intorno ad una figura di cui si sa pochissimo. Ovviamente “Voyager” non ha citato le fonti della biografia ufficiale di Shakespeare, affidandosi al luogo comune che ciò che è ufficiale spesso serve a coprire la verità.  In questo articolo tenterò di dare un’idea delle fonti reali su cui ci si basa per una biografia di Shakespeare.

Prima di tutto gli estremi di nascita. “Voyager” afferma che non sono assolutamente certi. Non è vero: ancora oggi nel registro del fonte battesimale della Holy Trinity Church si può leggere: “1564 April 26. Gulielmus filius Johannes Shakespeare”. Ciò stabilisce la data del battesimo però, non quella di nascita che può essere avvenuta anche parecchio tempo prima, come era consuetudine. Ma sul monumento funebre di Shakespeare, nella stessa chiesa, si legge: ” Aetatis 53. Die 23 Ap.” Morto il 23 Aprile all’età di 53 anni. Di solito si è sempre fatto coincidere la nascita con il 23 Aprile del 1564, un po’ per il fascino della coincidenza della data di nascita con quella di morte, un po’ perché il 23 Aprile coincide con la festa di San Giorgio, patrono della gran Bretagna. In realtà sappiamo solo che è stato battezzato il 23 Aprile del 1564 e che è morto a 53 anni. Il margine è questo: Shakespeare non può essere nato né prima il 24 Aprile del 1563, né dopo il 23 Aprile del 1564.

Il documento successivo, nel registro episcopale della diocesi di Worcester, risale al 27 Novembre 1582 e documenta la concessione di una licenza di matrimonio da contrarsi “inter Wm Shaxpere et Hannam Whateley de Temple Grafton”. In realtà la sposa di Shakespeare si chiamava Anne Hathaway. Si trattò probabilmente di un errore di trascrizione dello scriba, in un periodo in cui la grammatica inglese non aveva ancora una sistemazione precisa. Sappiamo che Anne Hathaway fu sepolta come “Mrs Shakespeare” a Stratford l’8 Agosto 1623. Era morta due giorni prima.

Il 26 maggio 1583 il registro del fonte battesimale di Stratford riporta il battesimo di “Susan, figlia di William Shakspeare”

Il 2 febbraio 1585 il registro della Holy Trinity Church segna il battesimo di due gemelli: “Hamnet e Judeth, son and daughter to William Shakespeare”.

William viene citato ancora in un documento del 1589, come erede di John e Mary Shakespeare.

Ma è del 1592 la testimonianza più importante che ci fornisce elementi determinanti per quanto riguarda l’attività teatrale che William Shakespeare svolgeva a Londra. Lo ritroviamo quindi dopo tre anni, in un’altra città, già affermato nel campo teatrale. Si tratta dell’epilogo del libello A Groatsworth of With di Robert Greene, uno dei più importanti prosatori dell’età elisabettiana. L’invettiva dice:

“Non è forse strano che io e voi, cui tutti ebbero ad inchinarsi finora, dobbiamo così, tutt’a un tratto, vederci abbandonati? Un villano rifatto di corvo, abbellito delle nostre penne, con il suo cuor di tigre rivestito della pelle d’un attore, crede d’essere buono a dar fiato a versi sciolti come il migliore fra voi, e non essendo nient’altro che un Johannes fac totum, s’immagina d’esser l’unico scuoti-scena (“Shake-scene”) di tutto il paese”. 

Il riferimento a Shakespeare è quasi certo, sia per il nome (Shake-scene/Shakespeare), sia per la citazione di un verso tratto dall’Enrico VI (Cuor di tigre…). Nel 1592 Shakespeare era dunque attivo, ampiamente affermato e anche temuto, tanto da suscitare una così dura invettiva.

Voglio fermarmi qui, per non allungare ulteriormente l’articolo. Il nome di Shakespeare compare ancora nei vari documenti, ma credo di aver dato abbastanza notizie per confutare le fantasiose tesi di Voyager, un programma che mira ad alzare i propri ascolti a colpi di “notizie stupefacenti” e “fatti incredibili”.

Seconda parte.



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5 commenti:

  1. ciao matteo sono laura e questo articolo mi ha molto incuriosita e interessata, sai io sono una prof. di lingua inglese e sono sempre alla ricerca di notizie e curiosità riguardo la letteratura inglese. tienimi sempre informata riguardo ciò, comunque complimenti per l'articolo!!!

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  2. GRAZIE LAURA. STO TERMINANDO LA SECONDA PARTE DI QUESTO ARTICOLO. APPENA è FINITO LO INSERISCO.

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  3. una cosa non mi convince.....come mai nelle sue opere si scorge una profonda conoscenza dell'italia dell'epoca?... ma soprattutto mi sembra che non avesse studi eccelsi alle spalle (scuola di livello secondario).

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