domenica 8 febbraio 2009

La voce ribelle di Lounès Matoub.

Lounès Matoub è stato il più importante cantautore algerino di sempre. Un personaggio amato e ugualmente odiato a causa della sua perenne lotta per affermare il valore della sua cultura berbera. Morì ucciso in un agguato il 25 giugno 1998, dopo una vita molto turbolenta e caratterizzata da una eterna e incrollabile ribellione (ha scritto un’autobiografia dal titolo emblematico: Rebelle (1995).

Era scontroso, orgoglioso, testardo, incorruttibile. Le sue canzoni sono sempre state dirette e esplicite, non amava i giri di parole. Gli altri musicisti nordafricani tendevano a nascondere le loro denunce tra le pieghe dei testi, per evitare censure. Lounès Matoub diceva sempre esplicitamente ciò che pensava. 



Per comprendere la sua vicenda è necessario introdurre brevi cenni riguardo la storia del suo paese.

Indipendente dal 1962, l’Algeria fu sottoposta a un duro e obbligato processo di arabizzazione culturale, religiosa, economica e soprattutto linguistica, senza tener conto delle differenze etniche (immaginate se a scuola obbligassero ad utilizzare una lingua che una parte della popolazione ignora). Matoub si fece portavoce della propria cultura e della propria lingua, difendendole con la forza della sua musica.

Il suo temperamento indomabile gli costò però la vita.

Emigrò in Francia e lì intraprese la sua carriera, in Algeria sarebbe stato impossibile. Le radio algerine non trasmettevano la sua musica che circolava clandestinamente tramite le cassette. Nonostante il tentativo di oscurarlo, in patria divenne famosissimo.

Ma non riusciva a stare lontano dal suo paese. Sebbene fosse pericolosissimo per lui, tornò spesso in Algeria. Una volta ricevette una scarica di cinque colpi di pistola da un poliziotto che lo rese zoppo a vita e fu costretto a usare una sacca per colostomia. Nel 1994 fu rapito da GIA (Gruppo Islamico Armato). Per paura della sicura rivolta della popolazione, non lo uccisero. Nessuno era mai sopravvissuto a un rapimento del GIA. Fin quando non incontrò la morte, dopo una curva, ad un finto posto di blocco.


Condividi questo articolo su facebook Condividi su Facebook

Articoli correlati per categorie




Se ti è piaciuto l'articolo,iscriviti al feed per tenerti sempre aggiornato sui nuovi contenuti del blog! Per maggiori informazioni sui feed, clicca qui!

Nessun commento:

Posta un commento

è accettato ogni tipo di commento, soprattutto se in disaccordo con il contenuto del post. I commenti che contengono offese personali (a chiunque siano dirette) verranno cancellati.